giovedì 19 giugno 2008

A.T. Idee chiave in breve

Io sono ok-Tu sei OK
"Io sono ok-Tu sei OK" probabilmente è l'espressione più conosciuta dell'Analisi Transazionale (A.T.), ed esprime il suo scopo: stabilire e rinforzare il valore e l'importanza di ogni individuo. Gli Analisti Transazionali considerano le persone come fondamentalmente "OK", quindi capaci di cambiare, crescere e di avere relazioni e scambi (transazioni) sane.
Le Carezze

Berne osservò che le persone hanno bisogno di carezze, intese come unità di riconoscimento interpersonale, per sopravvivere e prosperare. La comprensione di come le persone danno e ricevono carezze positive e negative e il cambiamento di queste modalità ,quando sono disfu
nzionali, rappresentano aspetti molto potenti della terapia in A.T.
Stati dell'Io
(vedi post precedente)
Eric Berne descrisse la personalità dell'individuo come formata da tre stati dell'Io e con questa teorizzazione rese comprensibili le complesse interazioni interpersonali. ogni stato dell'Io è intero sistema di pensieri, emozioni e comportamenti a partire dai quali ogni persona interagisce con le altre. Gli stati dell'Io Genitore, Adulto e Bambino e le loro interazioni rappresentano la base dell'A.T.
Transazioni
Le transazioni riguardano gli scambi comunicativi tra le persone. Gli analisti transazionali sono formati proprio allo scopo di riconoscere gli stati dell'io da cui le persone interagiscono e a seguire il flusso delle transazioni allo scopo di intervenire e migliorare la qualità e l'efficacia della comunicazione.
A che gioco giochiamo?
Berne defini alcuni schemi disfunzionali di comportamento giochi. Le transazioni nei giochi sono ripetitive, hanno l'obiettivo di ottenere carezze e invece rinforzano emozioni e concezioni negative di , inoltre, impediscono l'espressione diretta di pensieri e emozioni. Berne etichettò alcuni di questi giochi con nomi facilmente riconoscibili quali:
"si...ma": "perché non provi a provare a fare..." "si, ma poi come faccio a ...."
"ti ho beccato figlio di putt....!"
"sto solo cercando di aiutarti"
"prendimi a calci!"
Copione di vita
Berne postulò che i comportamenti disfunzionali siano il risultato di decisioni auto-limitanti prese nell'infanzia per sopravvivere. queste decisioni culminano in quello che Berne chiamò Copione di vita, un piano di vita inconscio che governa il modo e il risultato di come viene vissuta la propria vita. Il cambiamento, la liberazione dal copione sono gli scopi ultimi della terapia dell'A.T.
Contratti
Gli analisti Transazionali ritengono che le persone siano capaci di decidere cosa vogliono per le loro vite, in base a questo il terapeuta e la persona stabiliscono un esplicito impegno bilaterale per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici condivisi, cioè stabiliscono un contratto terapeutico.


mercoledì 28 maggio 2008

Analisi Transazionale: Stati dell'IO

"L'Analisi Transazionale (A.T.) è una teoria della personalità e una psicoterapia sistematica ai fini della crescita e del cambiamento della persona". Questa è la definizione proposta dalla Associazione Internazionale di Analisi Transazionale. In quanto teoria della personalità l'A.T fornisce un quadro di come siamo strutturati dal punto di vita psicologico, di come funzioniamo e come esprimiamo la nostra personalità attraverso il comportamento. A questo fine usa un modello in tre parti noto come modello degli stati dell'Io.
Il Modello degli Stati dell'IO


Uno stato dell'IO è un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni tra loro collegati. E' un modo attraverso cui noi manifestiamo la nostra personalità in un dato momento. Gli Stati dell'IO sono le componenti della personalità dell' individuo: ciascuno di noi ha una personalità strutturata sulla base di tre stati dell'io, IO BAMBINO, IO ADULTO, IO GENITORE, ognuno con il proprio bagaglio di idee, convinzioni, comportamenti, atteggiamenti, che influenzano, determinano e definiscono l'efficacia delle nostre "transazioni" interpersonali.

L' Io Genitore si sviluppa nei primi cinque anni di vita, assimilando dai genitori, dagli insegnanti o da altre "autorità" eventi, emozioni e situazioni che sono assunte acriticamente come "verità". Nello Stato dell' IO Genitore può prevalere l'atteggiamento amorevole/protettivo o critico/autoritario. Come può manifestarsi l'IO genitore, ad esempio, nei confronti di un collaboratore?

-Io genitore amorevole/protettivo: "Ti sistemo io la situazione con Rossi"

-Io genitore critico/autoritario: "Quante volte ti devo dire che ogni mercoledì voglio le schede clienti sul mio tavolo?" (sbattendo il pugno sul tavolo).

L' Io Adulto è la parte della nostra personalità che inizia a svilupparsi dopo i dieci mesi di vita, che porta alla ricerca di fatti e informazioni, alla loro analisi e alla loro elaborazione. Quando prevale questo Stato dell'IO, siamo portati a valutare criticamente e verificare dati e informazioni registrati negli Stati Genitore e Bambino per accettarli o rifiutarli. Ad esempio, "Come sai la procedura prevede di aggiornare l'anti virus prima di collegarsi al server: cosa possiamo fare affinché te lo ricordi?"

L'Io Bambino rappresenta la parte più emotiva e spontanea della personalità; in questo Stato dell'IO vengono registrate le sensazioni provate nei primi mesi di vita: la totale dipendenza dai genitori; il fatto di essere accudito e coccolato oppure trascurato. Nell' IO Bambino risiedono l'intuizione, la creatività, lo spontaneo impulso ad agire e a godere la vita, ad esempio, "Andiamo a prenderci un caffè: la relazione la finiamo domani!" o, al contrario, a vedere istintivamente solo gli aspetti negativi della situazione; ad esempio, "Neanche stamattina mi hai salutato: ce l'hai con me?"

martedì 6 maggio 2008

DOVE andare per chiedere una psicoterpia?


Quando avete deciso di intraprendere una psicoterapia...DOVE potete andare?
Sul territorio vi sono alcuni servizi gratuiti e altri a pagamento, vi riporto quello che io credo sia importante sapere su ambedue.
SERVIZI GRATUITI: Le ASL forniscono dei servizi gratuiti presso i Consultori Familiari, i Centri di Salute Mentale, inoltre potete informarvi presso le Scuole di Specializzazione e le Associazioni del Privato Sociale.
I Consultori Familiari possono variare rispetto ai servizi offerti, comunque dovreste sempre avere la possibilità di fare dei colloqui di accoglienza e una consulenza breve ( tra i dieci e i 20 incontri) con gli psicologi e gli specializzandi del consultorio. Credo che valga sempre la pena verificare i servizi che vengono offerti nel vostro territorio e valutare le loro proposte. Al consultorio tuttavia il più delle volte non avrete la possibilità di svolgere una psicoterapia a lungo termine, in quanto il numero d'incontri di solito è limitato, e potreste essere inseriti in una lista d'attesa. Ogni municipio ha il suo Consultorio.
I Centri di Salute Mentale offrono la psicoterpia, ma si solitamente occupano di pazienti più gravi, che possono avere anche necessità di essere seguiti farmacologicamente.
I Centri Clinici delle Scuole di Specializzazione; molte scuole di specializzazione in psicologia clinica offrono dei percorsi di Psicoterapia breve gratuiti o quasi. In questo caso sarete seguiti da specializzandi supervisionati. Su Roma, Cagliari e Mestre potreste rivolgervi alle scuole IFREP che offrono un percorso di 21 incontri (Roma, Pza Ateneo Salesiano 1, tel 06 872 90 395).
Associazioni del privato sociale; potreste controllare tramite internet o la pagine bianche se nel vostro territorio ci sono associazioni, cooperative sociali o O.N.L.U.S. che offrono servizi gratuiti o a prezzi contenuti.
SERVIZI PRIVATI: Nel settore privato c'è l'imbarazzo della scelta. Potete consultare gli albi on-line degli ordini degli psicologi della vostra regione, e vari elenchi che potete trovare sul web, per andare poi ai siti personali, chiedere a farmacisti o medici di fiducia, consultare le pagine bianche, solo per citare alcuni modi in cui potete trovare un professionista che fa al caso vostro.
Nello scegliere a chi rivolgervi chiedete informazioni sul modello che segue, sulla sua formazione e su come pratica la psicoterapia, in modo che abbiate degli elementi per decidere se quell'approccio può essere adatto a voi. Non abbiate paura di chiedere le credenziali del professionista, è un vostro diritto.

QUANDO e PERCHE' intraprendere una Psicoterapia o una consulenza


Quando: quand'è che le persone potrebbero o dovrebbero cominciare una psicoterapia o chiedere una consulenza?
La risposta può essere semplice o complessa. Quella semplice , a mio avviso, è quando una persona è motivata a cambiare qualcosa di sé o della sua vita.
Le aree problematiche che possiamo trovarci ad affrontare nell'arco della nostra vita sono molteplici, per sintesi possono essere definite come:
Lutto: la perdita di persone o cose care, significative.
Conflitti interpersonali: con il coniuge, l'amante, i figli, parenti, amici o colleghi;
Transazioni di ruolo: come un lavoro nuovo, l'abbandono della casa di famiglia, trasloco, divorzio o separazione, diventare genitori e cambiamenti familiari ed economico di altro tipo;
Difficoltà Personali: solitudine, isolamento sociale, fobie, ansia, disturbi di personalità, bassa autostima, etc.
Queste aree non si escludono necessariamente a vicenda. Le persone possono giungere in terapia con una combinazione di problemi in diverse aree, oppure possono non esserci difficoltà precise in nessuna di esse. Quando nell'affrontare problematiche del genere o altre sentite di non riuscire a uscirne da soli, nonostante ripetuti tentativi o senza riuscire nemmeno a trovare una strada, se avete trovato una soluzione senza riuscire ad attuarla, allora una psicoterapia potrebbe aiutarvi.

Perché: Io credo nella teoria del cambiamento paradossale, secondo la quale cambiare significa tornare ad essere quello che si è, non diventare quello che non si è.
Cambiare vuol dire riappropriarsi della propria originale capacità di vivere e reagire alle stimolazioni esterne ed a eventi della vita in modo adeguato al qui e ora, liberi di agire secondo le proprie scelte personali. L’autonomia rappresenta il cambiamento per eccellenza per Berne(1964) che la considera raggiunta nel momento in cui si recuperano tre capacità: consapevolezza, spontaneità, intimità. La consapevolezza è la capacità di vedere, sentire, provare la sensazione , il gusto e l’odore delle cose in quanto impressioni dei propri sensi. La persona consapevole è in contatto con le sue sensazioni corporee e con gli stimoli esterni, non interpreta né filtra l’esperienza del mondo per adeguarla a qualche definizione acquisita.
La spontaneità è la capacità di sperimentare tutta una serie di emozioni a livello di sensazione, pensiero ed azione. La persona spontanea reagisce in modo diretto da uno qualsiasi dei suoi tre stati dell’Io, senza adattarsi alle limitazioni del Genitore.
Infine, l’intimità è la capacità dell’essere umano di esprimere e condividere francamente e senza indugio se stesso, libero da giochi o emozioni parassite. Integrando consapevolezza, spontaneità e intimità è possibile definire l’autonomia, che secondo Berne equivale alla libertà dal copione.
Quando nella vostra vita quotidiana vi sentite insoddisfatti, infelici e impotenti chiedere una consulenza, o valutare l'idea di intraprendere una psicoterapia può aiutarvi a ritrovare le risorse e le capacità di ridarvi serenità e stima in voi stessi.

lunedì 21 aprile 2008

CHI e COSA nel mondo "psi"


Spesso le persone mi chiedono informazioni sulle diverse figure nell'ambito "PSI", è importante distinguerle per sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno. Quindi molto in breve...


Lo PSICOLOGO: è laureato in Psicologia (laurea Quinquennale) ed è iscritto all'albo degli Psicologi (ha quindi svolto le ore di tirocinio obbligatorie e sostenuto l'Esame di Stato). COSA può fare lo Psicologo? Lo psicologo in ambito clinico può fare valutazioni psicologiche, consulenze e indirizzare i pazienti verso le terapie più funzionali al caso. NON PUO' PRATICARE LA PSICOTERAPIA, NON PU0' SOMMINISTRARE FARMACI.
Lo PSICHIATRA: è laureato in Medicina e chirurgia ed è iscritto all'albo dei medici, INOLTRE è specializzato in PSICHIATRIA, ha quindi una formazione medico-farmacologica. COSA può fare lo Psichiatra? Lo Psichiatra può ( e deve) fare Diagnosi Psichiatrica e anamnesi medica e SOMMINISTRARE FARMACI, seguendone l'effetto. NON PUO' PRATICARE LA PSICOTERAPIA, a meno che non abbia una ulteriore specializzazione per praticare la Psicoterapia.
n.b. potete consultare gli albi professionali on-line (vedi link)
Lo PSICOTERAPEUTA: è uno Psicologo o un Medico che ha frequentato una scuola almeno Quadriennale di specializzazione in Psicoterapia, riconosciuta dal ministero MIUR. Ci sono molti modelli di Psicoterapia: Gestalitica, Cognitivo-Comportamentale, Psicoanalisi, Sistemico-Relazionale, Analisi Transazionale, Rogersiana, Modello Integrato, e molte altre ancora.
Cosa può fare? Lo Psicoterapeuta può praticare la Psicoterapia individuale, in gruppo, breve e di molti altri tipi a seconda del modello scelto e delle personali inclinazioni. NON PU0' SOMMINISTRARE FARMACI, a meno che non sia anche medico. Dovete prestare attenzione alle diverse diciture : Psicologo-Psicoterapeuta (come nel mio caso) o Medico-Psicoterapeuta.
Solitamente se un professionista segue un paziente come Psichiatra non seguirà lo stesso paziente come Psicoterapeuta.
Solitamente se un professionista segue un paziente come Psichiatra non seguirà lo stesso paziente come Psicoterapeuta.

giovedì 17 aprile 2008

Imparare a comunicare in modo efficace

Comunicazione Costruttiva

Consapevolezza e Apprendimento

La realizzazione e il mantenimento di rapporti interpersonali soddisfacenti e costruttivi presuppongono l’apprendimento di alcune competenze comunicative di base.

Tanto più queste vengono messe in pratica tanto più le persone rendono chiaro, autentico e trasparente il loro agire, riescono ad evitare incomprensioni e conflitti e a conseguire i loro obiettivi.

Questo aspetto è particolarmente importante per i genitori e gli insegnanti impegnati nel difficile ruolo di educatori e facilitatori della crescita dei ragazzi.

Ma è altresì importante per chiunque voglia costruire relazioni fondate su comprensione e rispetto reciproci.

I partecipanti acquisiranno strumenti teorico-pratici attraverso i quali in primo luogo accrescere la consapevolezza delle proprie modalità comunicative e in secondo luogo sperimentare forme alternative e più funzionali di comunicazione e interazione.

L’Analisi Transazionale è il quadro teorico-pratico utilizzato a tale scopo.

Sono previsti 5 incontri di gruppo.

Equipe di Specialisti:

Dr.ssa Susanna Soria, Psicologa Psicoterapeuta

Dr.ssa Eliana Giavi, Psicologa Psicoterapeuta

Dr.ssa Serena Sorrentino, Psicologa Psicoterapeuta

Per informazioni potete contattarci via mail : progettopsicologia@tiscali.it

Analisi Transazionale: Principi filosofici



Berne (1966), fondatore dell'Analisi transazionale, afferma che il terapeuta non guarisce né fa cambiare i suoi pazienti, ma collabora affinché il potenziale curativo del paziente stesso si metta in moto (vis medicatrix naturae). Cambiare vuol dire riappropriarsi della propria originale capacità di vivere e reagire alle stimolazioni esterne ed a eventi della vita in modo adeguato al qui e ora, liberi di agire secondo le proprie scelte personali.Nel lavoro con i pazienti in direzione del cambiamento mi sono utili gli assunti filosofici dell’AT:
  • Ognuno è ok;
  • Ognuno ha la capacità di pensare;
  • Ognuno decide il proprio destino e queste decisioni possono essere cambiate.
Credo,infatti che ciascuno,al di là del disagio manifestato, sia dotato di valore e di dignità, che ciascuno abbia la capacità di pensare e che quindi sia responsabilità sua, e solo sua, decidere cosa vuole dalla vita e cosa è meglio per sé.
Da questi assunti seguono due principi fondamentali della pratica dell'AT:
  • il metodo contrattuale
  • la comunicazione aperta
Il metodo contrattuale presuppone che terapeuta e paziente assumano la responsabilità congiunta di raggiungere i cambiamenti desiderati dal paziente. Il terapeuta e il cliente si accordano su un obiettivo condiviso e concreto in cui ognuno dei due ha chiaro qual'è il suo ruolo.
Riguardo alla comunicazione aperta, Berne credeva che il paziente e l'analista dovessero disporre di piene informazioni su cosa stava avvenendo nel loro lavoro congiunto. Questo discende dall'assunto di base che ognuno è OK e ha la capacità di pensare. Per questo l'analista può spronare il paziente a imparare le idee dell'AT, cosi che il paziente possa assumere un ruolo di parità nel processo di cambiamento.